La Garfagnana terra di Biodiversità riscopre la coltivazione delle mele – Sabato 17 e Domenica 18 a Castelnuovo di Garfagnana la prima Festa dei Frutti Antichi della Garfagnana

Settembre 14, 2016

Da secoli la Garfagnana è terra non solo di farina di neccio, ma anche di mele. Fra i tanti tipi di colture agrarie locali, quella delle mele è sempre stata fra le più importanti, ma spesso sottovalutata. Esistono infatti circa 7000 varietà di mele al mondo, moltissime di esse in Italia. Solo la Garfagnana, per la propria morfologia e spiccata biodiversità può contarne diverse centinaia di varietà. Grazie alla cura ed alla lungimiranza di alcune realtà locali, frutti antichi e specificatamente autoctoni, dal sapore introvabile altrove, sono stati conservati e preservati dall’incuria del tempo e dalla globalizzazione dilagante.

Sulla scia di questa riscoperta l’Unione Comuni Garfagnana, in collaborazione con il Comune di Castelnuovo di Garfagnana e l’Associazione Nazionale Autieri d’Italia sezione Garfagnana promuove la prima Festa dei Frutti Antichi della Garfagnana. Sarà un weekend all’insegna della mela e delle sue varietà dunque, quello del 17 e 18 settembre a Castelnuovo, con due giorni di mostra pomologica dei frutti antichi garfagnini e delle antiche varietà di uve, stands e rievocazione storica del succo di mele con degustazioni.

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La coltivazione delle mele ha una lunga e interessante storia nella nostra valle: aveva raggiunto il massimo della produzione all’inizio della seconda guerra mondiale, poi, come il resto dell’agricoltura, dal dopoguerra, con l’arrivo dell’industria anche questa coltura è stata abbandonata. Il mercato delle mele era molto fiorente: venivano esportate in centro Toscana, Liguria e anche in Emilia. Oltre al mercato della frutta fresca, era usanza, nelle famiglie garfagnine, farsi le spremute di mele: le schiacciavano con dei mazzuoli di legno su dei ceppi.  Successivamente le spremevano nei torchi, come facevano anche per le vinacce dell’uva dopo la svina, facendole poi fermentare per qualche giorno, ottenendo così dell’ottimo sidro di mele, a quei tempi detto “vino di meli”. Nei Comuni della media e alta Garfagnana diverse  famiglie contadine raccoglievano oltre 1000 quintali di mele ogni anno. Nel Comune di Villa Collemandina, per esempio, una famiglia produceva oltre 1500 quintali di mele all’anno, a Palleroso in Comune di Castelnuovo di Garfagnana, altra famiglia, fino agli anni ’50  del secolo scorso, la sua piccola produzione di mele “se così si può dire”, cinquanta quintali annui, serviva per i frati della Certosa di Firenze. In questi ultimi trenta anni, è stata fatta una grande ricerca di frutti antichi su tutto il territorio della Garfagnana, specialmente dai vivai “Fiori Rita” di Molazzana, ritrovando e riproducendo oltre trecento varietà di frutta, tra cui oltre cento solo di mele, con varietà a maturazione scalare, tanto da avere sempre mele per quasi tutti i mesi dell’anno.

“Da parte sua l’Unione Comuni ha operato ed opera molto attivamente nel proprio territorio per il recupero di  numerose varietà, sia ortive, cerealicole che frutticole della Garfagnana i cui risultati saranno oggetto della mostra ed esposti per l’occasione” –  come spiega l’Assessore all’Agricoltura dell’Unione David Saisi – “con la sezione locale della Banca Regionale del Germoplasma, presso il Centro vivaistico “La Piana” di Camporgiano e l’appassionato lavoro di Ivo Poli, già Assessore nell’Amministrazione Pifferi ed esperto conoscitore della materia da oltre 30 anni, l’Ente provvede alla conservazione di semi e piante madri e, attraverso i coltivatori custodi, alla ridiffusione sul territorio delle antiche varietà. La collezione vanta ben 370 esemplari appartenenti a 144 antiche varietà di sei specie diverse, provenienti da tutta la Garfagnana ed appunto inserite in un programma di conservazione e tutela di piante madri a rischio di estinzione. La rete dei coltivatori custodi  sono stati attivati strumenti efficaci per la conservazione del materiale genetico. Con l’incentivazione di progetti in ambito territoriale poi, sono state promosse importanti azioni per il recupero e l’iscrizione ai repertori regionali di un numero significativo di produzioni locali tradizionali.”

Il succo di mela è molto sano soprattutto per gli effetti che può avere sulla nostra salute. Dal punto di vista nutrizionale è ricco di flavonoidipectinaacido citricoacido malico,acquaproteine, zuccheri semplici come il fruttosiosali minerali tra cui il boro, che è essenziale per la salute delle ossa e vitamine ACPPB1 e B2. Grazie al contenuto di acido malico e citrico, facilita la digestione mantenendo costante l’acidità dello stomaco, proteggendo le pareti intestinali. Oggi si assiste a una progressiva richiesta di frutta in Garfagnana e fuori in questo settore, e alcune Aziende agricole stanno investendo con nuovi impianti di frutta antica soprattutto mele. Non solo, ma  ci sono in atto proposte di piccoli impianti di trasformazione di mele in succhi, sidro e aceto.

 

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