Comunità del cibo

La comunità del cibo e dell’agrobiodiversità della Garfagnana

Ai sensi Legge n.194 del 2015 “Disposizioni per la tutela e la valorizzazione della biodiversità di interesse agricolo e alimentare”, è stata istituita nel novembre del 2017 la prima Comunità del cibo della Toscana e la seconda d’Italia, denominata Comunità del cibo e dell’agrobiodiversità della Garfagnana, grazie al progetto pilota “Ru.Co.La. – Rural Community of Local Agrobiodiversity”, realizzato dall’Unione Comuni Garfagnana, voluto dalla Regione Toscana e finanziato da Terre Regionali Toscane sul PSR 2014/2020.

Le finalità dell’intervento: la progettazione di un modello operativo per la istituzione di una “Comunità del Cibo e della biodiversità di interesse agricolo e alimentare” con la realizzazione di un caso concreto.

Il progetto ha definito e raccolto in un manuale di progettazione, le diverse attività e i passaggi indispensabili per la costituzione della Comunità, con l’obiettivo di mettere a punto uno strumento operativo, un modello applicativo replicabile ed adattabile ad altri territori.

L’art.13 della Legge n.194 del 2015 definisce le comunità del cibo come: «comunità del cibo e della biodiversità di interesse agricolo e alimentare» gli ambiti locali derivanti da accordi tra agricoltori locali, agricoltori e allevatori custodi, gruppi di acquisto solidale, istituti scolastici e universitari, centri di ricerca, associazioni per la tutela della qualità della biodiversità di interesse agricolo e alimentare, mense scolastiche, ospedali, esercizi di ristorazione, esercizi commerciali, piccole e medie imprese artigiane di trasformazione agraria e alimentare, nonché’ enti pubblici.

La Comunità del cibo e della agro-biodiversità della Garfagnana nasce nel 2017 con l’adesione di 54 soggetti di cui 31 Coltivatori e allevatori custodi firmatari della Carta della Comunità. Il 46% sono aziende agricole, 9% sono associazioni e 44% consumatori finali (GAS, Ristoranti, negozi).

Nasce con lo scopo di sviluppare azioni congiunte per il miglioramento del sistema alimentare a partire dalla valorizzazione delle produzioni locali, facendo particolare attenzione alla conservazione della biodiversità agricola e degli ecosistemi, basandosi sui principi fondamentali ed inderogabili di cibo:

  • buono: i prodotti devono essere di buona qualità;
  • etico: i produttori devono ricevere una remunerazione giusta, adeguata al lavoro svolto e alla qualità del prodotto e, a loro volta, devono proporre i loro prodotti a prezzi equi e trasparenti. Nella filiera non devono esistere discriminazioni basate sul genere, sulle credenze politiche o religiose. Deve essere escluso lo sfruttamento.
  • sostenibile: le tecniche produttive devono essere il più possibile sostenibili a livello ambientale, non necessariamen¬te certificate biologiche, devono essere messe in pratica secondo i princìpi della agroecologia, nel rispetto del benessere animale e della salute dei consumatori.


Vuole incentivare e garantire a livello locale uno sviluppo economico, culturale, sociale, ambientale, armonico e rispettoso degli equilibri naturali; salvaguardando il proprio territorio e la sua gente fatta da tradizioni, storia e cultura.

Vuole trasmettere alle giovani generazioni i saperi legati alla cultura del cibo, alla produzione sostenibile e alla salvaguardia dell’ambiente, nonché organizzare attività educative volte a sviluppare l’educazione del gusto e l’acquisizione di competenze per arrivare a scelte di acquisto consapevoli.

Il progetto nel suo insieme abbraccia i temi della sicurezza alimentare, dell’eticità del cibo (intesa come tradizione, rispetto delle persone e legame con la natura) e della sovranità alimentare; esso poggia sull’idea di far convergere, in una visione strategica locale, le azioni dei singoli attori in un’ottica più ampia, quella comunitaria.

Si tratta di ripensare il sistema locale nella sua interezza, di individuare e mettere in atto le strategie ed azioni di sostegno, sia materiali che immateriali, che supportino l’affermazione della costituenda Comunità.

Gli strumenti della Comunità

La Carta della Comunità

Il documento che racchiude gli obiettivi generali da raggiungere e identificate le regole comuni e i principi guida della Comunità.
I soggetti firmatari della Carta, coordinando e mettendo in rete le loro specifiche e complementari competenze, si adopereranno per realizzare gli scopi evidenziati in precedenza, cercando di potenziare e mettere a sistema percorsi, già in parte avviati, di filiera corta, vendita diretta, acquisto e consumo identitario.

 

 

 

Il Patto della Terra:

Il Patto della Terra costituisce la necessaria rete di supporto alla Comunità e vede in tal senso, come soggetti firmatari di riferimento, gli Enti e le Istituzioni del territorio che hanno il ruolo di individuare, concordare e mettere in atto piani e azioni di sostegno (sia materiali che immateriali) che supportino le attività della Comunità.

 

 

 

La farina di neccio DOP

Il Farro della Garfagnana IGP